Il RITO di PRIMAVERA

Equinozio, Novilunio in Ariete e PLutone in Aquario: il RITO.

Appunti di rito

L’appena passato NOVILUNIO  è stato un potente attivatore di trasformazione senza ritorno: SOLE congiunto alla LUNA e a MERCURIO, GIOVE congiunto a CHIRONE, tutti allegramente piazzati nella casa dell’ARIETE a poche ore dallo scoccare dell’ EQUINOZIO di PRIMAVERA.

Celebriamo la NASCITA ma anche il dolore del parto e dello strappo dovuto al distacco dalla matrice cosmica (o divina come volete voi) e dalla madre terrena di carne e sangue. Una volta usciti dal grembo non si torna più indietro ( fino al prossimo giro).

GIOVE pianeta che governa l’espansione, la fortuna, il benessere e la dilatazione nell’ambito in cui si trova rispetto allo ZODIACO, ora è un ventre gravido, un’incubatrice stellare del piccolo-nuovo-io- collettivo in ARIETE. È congiunto a CHIRONE l’asteroide mezzo equino e mezzo umano portatore di ferita originaria e potenziale guaritore. In questo momento CHIRONE rappresenta il dolore, la lacerazione del parto, il distacco dalla propria carne e da una parte di sè che contemporaneamente prende vita autonoma. È il terrore del distanziarsi dalla sorgente madre, l’obbligo alla sopravvivenza, al prendersi cura di noi come individui singoli: È IL TROVARE IL PROPRIO POSTO NEL MONDO E DIFENDERLO. L’ ARIETE capitanato da MARTE è l’indiscusso guerriero dello zodiaco ma anche il ribelle, il capriccioso, il monello baldanzoso e arrogante. Quando l’ARIETE non trova un nemico da sfidare ritorce la cieca rabbia su se stesso. Nel momento in cui non si sente adeguatamente VISTO e considerato, quel suo grido atavico: ” IO SONO” si comprime e deflagra in un drammatico:” IO DISTRUGGO” a costo di frammentarsi e  smembrarsi  affinché l’altro “senta”. 

Il giorno 23 di questo Marzo pazzerello anche PLUTONE il gran trasformatore, il catalizzatore di ogni metamorfosi, muore nel segno del CAPRICORNO per rinascere nell’ AQUARIO. 

È un’annunciazione, un anticipo di nascita perchè lui sì, può tornare indietro e lo farà intorno alla metà di Giugno quando ritornerà a cavalcare il caprone dalla coda di pesce fino al 21 Gennaio 2024. La nuova pelle di PLUTONE era da più di 200 anni che non integrava i riflessi aquariani: cosa, dove ci porterà in questo millennio? Nella scorsa sua permanenza nel segno del Portatore d’Acqua ci regalò le grandi rivoluzioni…sanguinarie e liberatorie, individualiste e fraterne al tempo stesso.

Ma ora concentriamoci: il rito che vi ho descritto nell’ultimo video sul  canale youtube @rosascorpione ci riporta noi. Ecco come procedere.

Cercate sul vostro corpo una cicatrice, la vostra preferita e mettevi in contatto con essa toccandola ed evocando i ricordi e le emozioni cristallizzate in quegli accadimenti. Prendetene nota in onore di CHIRONE. Ora, sullo stesso foglio, descrivete una parte di voi di cui andate fieri, una qualità caratteriale che vi connette con generosità al genere umano ( grazie a GIOVE) e una di cui non siete per nulla orgogliosi ( l’ombra di GIOVE). Adesso tocca al tributo per MERCURIO, quindi scegliete una o più parole  che vi piacciono molto, ma non a livello di significato ma di suono, di suggestione. Fate lo stesso con parole che vi disturbano nel profondo.

Il gravame alla LUNA ci riporta alle lacrime; quando è stata l’ultima volta che avete pianto? Ci interessano sia le lacrime di gioia che quelle di tristezza.

È il momento di mettere tutto insieme come in una mappa del tesoro. Cosa ne esce? Quali sono le assonanze che vibrano? Il SOLE ci da la sua benedizione equinoziale e PLUTONE la linea di basso che sosterrà questa intima ricerca. Prendetevi il vostro tempo e godetevi questo faticoso ma sorprendente viaggio. Di seguito vi racconto il mio.

Le cicatrici che ho preso in esame sono tre, poichè da pessima BILANCIA in grado anaretico, fare scelte e preferire mi ripugna e mi viene male.

  • la cicatrice sul polpaccio sinistro: me la sono procurata intorno ai 10 anni in sella alla mia finta Graziella rossa ( rigorosamente un’imitazione come ogni giocattolo della mia infanzia). L’emozione cristallizzata  è il SENTIRMI MESSA DA PARTE.  Nella mia fanciullezza era onnipresente la compagnia maschile: fratello, cugino, amici maschi loro e miei e perdipiù io ero particolarmente imbranata negli sport e in tutti i giochi competitivi. Anche allora galleggiavo nel mio piccolo mondo fatto di insetti, bambole di carta e esseri immaginari vari… non c’erano ponti tra i nostri pianeti. Ricordo dettagliatamente la ghiaia davanti al cancello, il particolare anatomico della carne lacerata, la vena blu che attraversava la ciccia gialla e poi fiotti di sangue e corse all’ospedale, ore di attesa, un dottore peloso e occhialuto e le vacanze fottute perchè non avrei potevo bagnare la gamba nel mare.
  • cicatrice sotto il mento. Avevo un anno e mezzo (come diavolo possa ricordare con tanta nitidezza, proprio non lo so) ed era stata una bellissima giornata in campagna con i nonni materni Spartaco e Marina, mia mamma e una parente sconosciuta. Mio fratello non era ancora nato e mio padre, boh, allora volava con l’aliante, forse. Facevamo merenda e improvvisamente picchiavo la faccia sul tavolo di pietra di un’osteria all’aperto. Era tardo pomeriggio. Lo shock maggiore ( che poi si è ripetutamente materializzato nella mia vita) è stato passare dalla gioia assoluta alla tragedia in tempo zero. Però non  ricordo dolore, solo il dispiacere del cambio di atmosfera. La sensazione più presente era il  senso di protezione, la preoccupazione dei cari intorno a me, il soccorso immediato. Insomma quel retrogusto Uraniano… compensato da VENERE.
  • la terza cicatrice è recente, del 2016. È stata  un’incisione nella carne intenzionale, addirittura ripetuta due volte. È lì sull’interno coscia sinistra,ed  è una rimozione di memoria di lignaggio femminile. Si tratta di una scelta fatta con determinazione, il liberarsi di un fardello, un’interruzione, una liberazione. L’emozione cristallizata è la ribellione, l’affrontare l’affronto con il bisturi. ( Molto MARTE governatore dell’ASCENDENTE).

Passo a GIOVE:  apprezzo il mio ENTUSIASMO  (piuttosto infantile al dire il vero), quando c’è è genuino, esplosivo e continuato. Offro al mondo PRESENZA e PUNTO DI VISTA ( gnnn anche quando non richiesti). Quel di cui non vado fiera è una certa MESCHINITÀ CONTADINA.

A MERCURIO offro parole e verbi onomatopeici : ronzare, scricchiolare…Mi ipnotizza il suono di SONNACCHIOSO, RIDONDANTE, GRAZIOSO. Ho scoperto da pochissimo la qualifica di CERAIOLA ( che trovo adorabile, eh sì, è riferita alle api bzzzzzz). Le parole odiate per evocazione sonora ma innegabile conseguente spasmo intestinale sono SELETTIVO e DISCRIMINAZIONE.

Per la LUNA : le ultime lacrime versate con tristezza per il senso d’impotenza e d’ingiustizia e d’incapacità  legati ad un non potersi prendere cura di, mentre quelle di gioia sono per la pianta di Medinilla che fiorisce

TUTTO TORNA nella sua sconcertante semplicità. C’è un carma famigliare molto ingombrante, la determinazione onnipotente nel tentare di cambiare un destino laterale, solitario, individuale. E poi l’eccesso, la copiosità, l’esplosione vitale come atto di ribellione a quella solitudine e sottomissione. Avete mai visto i fiori della Medinilla Magnifica? È quasi pornografica, è un’esibizione di infiorescenza rosa che si riversa in grappoli a cascata subito fuori da petali carnosi, stratificati in corolle musicali. È una pianta strana, molto sobria nella non fioritura. Foglie coriacee, scure, importanti e di lunghissima vita. Gli steli saturnini,  quasi lignei, delle barbine negli interstizi e poi quell’ostentazione teatrale, sorprendente, barocchissima.

Gli insegnamenti che traggo da questa mappatura sono il RICONOSCERE e di conseguenza l’ONORARE il carma famigliare senza perpetuarlo (…) e il CELEBRARE la fioritura irreprimibile e incondizionata, anche se poco considerata perchè spaventevole nel suo imporsi sfrontato e incomprensibile.

SANTO CIELO, È MOLTO CHIARO: NON SONO UN’APE REGINA, SONO UN’APE CERAIOLA!

Quanto mi piace il profumo della cera d’api, il gusto acre della propoli, quello speziato della pappa reale, quello setoso del miele e quello polveroso del polline. 

La cera. C’era una volta. Metti la cera, togli la cera.  PROTEZIONE/OSTENTAZIONE, questo è il mio asse di lavoro. Qual’è il vostro?