VENERE in BILANCIA
VENERE in BILANCIA
Venere è in Bilancia da circa una settimana e i suoi effetti si sono sentiti nell’immediato.
Ha smesso i panni pesanti della PAPESSA (Arcano Maggiore II) si è inghirlandata le chiome di fiori tardo estivi e con passi dinoccolati e languidi, si incammina verso di noi. Indossa un mezzo sorriso caldo e occhi luccicanti. Dentro porta tutto il bello dell’estate e lo intesse in veli leggeri di un autunno dorato e generoso. Lenta e fluttuante.
Venere in Bilancia è a casa sua (l’altra è di Terra e di corpo) questa è di Aria profumata, arzigogolata di pensieri e persa tra brezze intellettuali.
Nella sua casa Bilancifera , la signora Venere è raffinata, colta, ingorda di bellezza che necessita di condividere a qualunque costo. Qui Venere brama di realizzare il vero doppio: l’unione alchemica che la spinge al limite dell’equilibrio, sull’orlo di quel baratro che le permette di trascendere da sé per fondersi con l’altro. Può pero’ anche ammantarsi e tingersi di ombra nascente e proiettarsi su chi ha di fronte. Avete presente? E’ la Venere Urania partorita dalla Testa di Urano dio del cielo ( padre di Giove-Zeus dio dell’Olimpo )
e non dalla spuma dei suoi corbelli precipitati.
Cosa significa per voi “esser figli della testa”? Per me, che sono Bilancia dell’ultimo grado, significa una sorta di bulimia degli occhi, una voracità di forme e colori e una bramosia di saperi che si accavallano e attorcigliano. Un caleidoscopio dal profumo di eterno. Forse la famosa musica delle sfere celesti. E poi tutte le altre fatiche…
Progetti, sceneggiature, architetture di vita quotidiana rese preziose dall’amore per l’armonia. Ma queste sono cose trite e ritrite, che tutti conosciamo già.
Mi stavo invece interrogando sul senso che ha la fedeltà per Venere in questo segno.
Come può conciliare la necessità di condivisione del bello e del piacere con la monogamia? Come può mantenere l’armonia nei pastrugni degli intrecci amorosi? Forse per questa Venere la soluzione è il non saldarsi in una coppia
ma attingere da sé e distribuirsi ogni volta. Fondendosi e superando i confini di se stessa. E poi penso a Venere casalinga, agganciata ad un’ancora antica, incastonata di muschi marini e madrepore. Agganciata tramite un cordone di vesti logore e preziose, che non le permette un vero perdersi per le correnti. Correnti d’aria e di nuvole di panna .