Venere in Scorpione
VENERE in Scorpione
L’altra sera in un’anonima pizzeria brianzola mi è capitato di mangiare
un’ostrica.
Era da tantissimo tempo che non ne gustavo una, l’ho trovata davvero buona.
Mi ha sorpresa la sua intensità. Quello sprofondare marino
e cavernoso, liquido e sensuale. Quel riempire il naso di profumo di scogli, quel tappezzarsi interno di lattuga di mare, quel sentore di coltivazione di sargassi lungo le pareti della trachea e quello scivolare turgido tra le valve perlacee. E che dire di quel primordiale elisir divino e brodetto vitale: l’acqua salata contenuta in quel concavo liscio e immacolato, dove le labbra appoggiano alle lamelle squamose e ondulate di sasso.
Venere in Scorpione è così: un’ostrica stellare.
L’apparenza coriacea non invoglia troppo l’apertura
ma spesso il magnetismo di cui è dotata, trapela dai bordi taglienti e agguanta i sensi di chi ha di fronte. La Venere con le chele e la coda scorpionica è il femminile che più si avvicina all’immaginario legato alle SIRENE: incantatrice, mentirosa, insaziabile, voluttuosa e mangiatrice di umani. In una parola: diabolica. La femme fatale, la dark lady, la maga incantatrice, capace di attirare le proprie prede con lo sbattere di ciglia. Dotata di intelligenza sottile e sotterranea vi inebrierà la materia grigia, vi manipolerà col suo fare di sinuosa creatura, vi porterà esattamente dove vuole lei. È la Maga Circe, è Medusa… La Venere Botticelliana e decine di altre Veneri, vengono da sempre ritratte all’interno di conchiglie. La simbologia più ovvia è proprio quella legata alla nascita: donna/acqua/luna. Ma vi è un’altra interpretazione che ci riporta alla versione di cui stiamo chiacchierando qui: l’animale ostrica, nell’accoppiamento si propone con tutto il corpo completamente aperto. Offerta di se’ e assolutismo. Valori decisamente Plutoniani.
Come lo sono le perle spesso tenute in gestazione da questo mollusco. Perla come simbolo di perfezione e potere ma anche profondamente legata alla morte (se ne sono ritrovate in molte sepolture, rappresenta la seconda vita) usata nella medicina tradizionale per la cura della follia, dell’epilessia e della melanconia.
Un’altra caratteristica tipica di questa Venere è la concezione dilatata del tempo. Venere quando indossa il mantello blu-velvettiano non ha nessuna attenzione per lo scorrere consueto delle ore o dei giorni. Neanche gli anni la scalfiscono. L’oggetto del suo interesse non smette mai di brillare; può essere scaraventato in cantina ma prima o poi ridesterà le sue attenzioni mai completamente sopite. Il fascino di una Venere in Scorpione è eterno. È quello delle dive intramontabili, è quello capace di far provare vertigini solo con uno sguardo.
Gelosa, territoriale e vendicativa. Drammatica ma anche semplice nella sua preziosità. Come un’ostrica può essere pregna di sabbia e far stridere i denti, può avvelenare oppure rimanere indelebile nella memoria, abbarbicata e celata da una conchiglia rugosa di roccia.
Vi lascio con queste belle parole di Lucilio, autore latino…
“La Luna nutre là ostriche, riempie i ricci di mare, da forza e vigore alle cozze”