DIARIO DI VIAGGIO (frammenti per non dimenticare)

 

San Salvador, Pisac, Perù 24/7/2022

 Il Sole è da pochissimo entrato in LEONE, VENERE è quadrata da GIOVE, URANO è ancora congiunto al NODO NORD. MERCURIO è trigono a GIOVE e mi ispira a raccontare di questo bellissimo viaggio.

Giorno secondo del CAMMINO INCA ( circa  una settimana fa)

…Salita, salita e ancora salita. Non so come ma il fiato, orrendo di amarezza amarevole di foglie ruminate e saliva densa, condito da pensieri ossessivi triturati a frantoio, è bastato a sostenere le migliaia di passi scanditi da gradini e massi e tappeti di selciato silente. La testa è esplosa più volte in lampi rossi di emicrania da altezza e scariche elettriche di pressione da sforzo muscolare. Una gelatina rossa e ghiacciata ha preso il posto della materia grigia. (…)

Una gorda scimmia affamata mi si è innestata sulla schiena. Forse è Grey Pei, col suo cappellino e le bretelle,appese ai miei polpacci. Una salita senza fine. Ansiosa, recalcitrante, ciabattosa di zoccoli di calcestruzzo, ostile e polverosa. Sembra la salita della Strega delle Lande. 

C’è la gentil-guida più amorevole del mondo (Juan) che  regge i miei farneticamenti e sorregge le mie ginocchia. (…) Bon, finalmente, per ultima, arrivo al picco  della DONNA MORTA  ( Warmiwanuska 4215 metri! ) non faccio in tempo ad issarmi come una foca gaudente al parapetto del belvedere che…inizia a grandinare. Così, dal nulla. Scariche di pallini compatti e secchi come crudeli caramelline ghiacciate. Raffiche di vento tagliente, un poncho di plastica rosa senza senso che si è lacerato al primo starnuto, e scudisciate di frusta sadica e liquida. La doccia imperiale del più gran cornuto demone nevado. Bestemmie infuocate e caldi lacrimoni di sconforto.

Poi il mesto sguardo al suolo ha fatto fuoco sulle pietre che bagnate dalla pioggia si sono palesate nella loro VERA NATURA RETTILE. Frammenti di scaglie tartarughesche e anelli di lenti serpenti ancestrali. L’ immobilità palpitante di un sistema linfatico divino ed eterno. Entità animale sovrannaturale che è energia e pietra insieme. Un grande palmo nero e tante dita singole; falangi e unghie. Tanti, tantissimi teschi. E demoni osservanti come bovini mansueti. Ai bordi del sentiero c’è un grasso lama, accoccolato e placido che coi peli di mantello fluffoso, infila quei pallini di freddo e mi guarda. Fisso. Guarda me, goffo essere di plastica rosacea sventolante, carica di borse e indumenti multistrato grondanti. Una grossa cipolla di nylon stracciato con bacchette metalliche e violacee incastonate alle estremità superiori. Avrà preso in considerazione (io fossi) un essere strano: una pellegrina penitente perduta tra i fantasmi intessuti da sfilacciature nuvolose. Quelle nuvole sottili e ascensionali, tentacoli di vapore e condensa. Dopo un milione di gradini finalmente sono a casa! Cioè tenda…. Pila in testa, giacca e calze asciutte, cibo e cicaleccio. Poi una notte difficile, infinita. Intendo pupù liquide infinite e trombe di culo che neanche l’organo  di Davi Jones saprebbe equiparare. I bagni lontanissimi e francamente…terrorizzanti.

TERZO GIORNO

Meraviglioso. Si è presentata una flora umida e rigogliosissima. Spugnosa e soffice. Fioriture di muschi e micosi. Strati infiniti di sovrapposizioni morbide e stillanti. Nuovi colori e una nuova visione. Una pigmentazione inusuale per i miei gusti: crema, arancio e micro-ramificazioni coralline color trippa (quella vera che si srotola nelle macellerie). Inaspettate gocce di abbagliante rosso purissimo. Ho visto fiori che sembravano teste di serpi rubini. E poi verdi. Infinite gallerie di verde sospirante, innumerevoli anfratti e grotticelle e spaccature nella roccia. Nidi confortevoli di verdità senza tempo. Liane e cespuglietti a ciuffi, come di ananassi, appesi a rami altrui e un muschio alto, a pelo lungo di un delicatissimo verde chiaro e giallo chinoa che ricopriva gli arbusti scuri come uno scialle prezioso. Scenari botanici degni della miglior maestria di giardinieri regali.

Felci, ventagli di foglie lanceolate, rampicanti con organi periferici grandi come federe di cuscino.

Colibrì impavidi, alcuni verdi come cetonie iridescenti alcuni grassocci e scuri ma ronzanti di vibrazione leggerissima. ( continua…)